Formazione triennale Ortho-Bionomy - Istituto Pauls

di Claudia Cagnati
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Formazione Triennale di operatore in Ortho-Bionomy®
…Perché hai creato l’Ortho-Bionomy®? – chiese Alain Bienvenu ad Arthur – il mondo era pieno di follie nelle quali non  mi riconoscevo, allora ho creato la mia personale forma di follia.

Sembra che dal 1978, data in cui Arthur L. Pauls fonda in California la Società Internazionale di Ortho-Bionomy® , il suo metodo sia stato riconosciuto da qualche altro “folle”, considerato che al giorno d’oggi è insegnato nel mondo intero e praticato da operatori certificati da questa associazione negli Stati Uniti e dall’ OBEAT (ORTHO-BIONOMY EUROPEAN ASSOCIATION TEACHERS) in tutta Europa.  ( Le corps et le lois de la vie – Alain Bienvenue –ed. Sully 1996 pag, 1)
 
Non mi soffermerò a raccontare la vita di Arthur, né del percorso che lo ha portato a diventare insegnante di judo prima e osteopata poi, fino ad unire i principi delle arti marziali e del Wu-Wei alla terapia manuale. Vorrei porre invece l’accento sull’intuizione che lo ha visto impegnato nella sua ricerca personale, durata tutta la vita, e che ha consentito e ancora oggi consente a tutti noi di poter godere dei frutti che ci ha tramandato, attraverso la disciplina che ci ha lasciato in eredità: l’Ortho-Bionomy®.
Arthur Lincoln Pauls
Il corpo ha in sé dei riflessi auto-correttivi che si attivano a livello fisico, semplicemente facendo assumere al corpo stesso determinate posizioni antalgiche (cosa che Arthur imparò dall’osteopata Jones Lawrence), ma che si possono attivare anche a livello energetico ed emozionale. È proprio da qui che parte la ricerca di Arthur che, con la curiosità di un bambino che si approccia a scoprire la vita, ha impiegato tutta la sua attenzione e i suoi giorni a porsi le domande giuste per poter ottenere le giuste risposte che  gli hanno permesso di scoprire come, anche in un ambito come quello delle terapie manuali e dell’osteopatia, gli aspetti non armonici della struttura muscolo scheletrica potessero trovare soluzione anche su piani differenti dal solo piano fisico.
 
Portando consapevolezza e attenzione anche nelle fasi di ascolto energetico e aurico (Arthur definì fasi i diversi campi d’azione dell’Ortho-Bionomy) e, spostando il punto di osservazione da un piano all’altro dell’essere umano, gli squilibri fisici, emotivi o gli schemi di pensiero disfunzionali, possono trovare un risvolto nuovo, un ritrovato stato di benessere e di equilibrio.
 
Come in natura tutto si auto-regola grazie alla sinergia tra le diverse parti, anche il corpo umano che di elementi naturali è composto, segue la stessa dinamica di autoregolazione quando viene messo nelle condizioni di poterla seguire.
 
Atrhur descriveva il modo di agire dell’Ortho-Bionomy® in questo maniera: lesioni o malattie derivano da ciò che chiamo “incomprensione”. Ortho-Bionomy porta comprensione alla persona, in modo che possa rispondere in maniera appropriata, anziché per abitudine o paura.
 
Durante un trattamento di Ortho-Bionomy®, quando un operatore osserva un corpo, non vede difetti e squilibri, vede un organismo che è passato attraverso le esperienze della vita e le sue alterazioni sono frutto degli adattamenti necessari al superamento degli ostacoli incontrati.  E’ da questa condizione di osservazione e accettazione di ciò che semplicemente è che, seguendo il principio del Tao, l’operatore di Ortho-Bionomy®, senza attuare forzature, andrà a cercare l’agio ed il flusso naturale delle cose. In tal modo, ricreando una condizione naturale di base, la persona torna in contatto con le profonde e naturali risorse del proprio essere.
mani
mani
Imparare l'arte dell'Ortho-Bionomy®

Vorrei riportare le parole di chi da vicino ha seguito Arthur negli anni di insegnamento della disciplina:
 
(….) prima di praticare l’osteopatia, Arthur insegna Judo.
Alcuni concetti filosofici cari alle arti marziali quindi, sono presenti nell’essenza stessa dell’Ortho-Bionomy® ragione per la quale,
l’insegnamento del metodo è sempre stato trasmesso oralmente “dal maestro all’allievo”, come nelle tradizioni orientali.

 ( le corps et le lois de la vie – Alain Bienvenue –ed. Sully 1996 pag, 1)
 
...Come insegnante di judo Arthur conosceva bene la via della flessibilità; s
apeva che non si vince contrastando,
ma assecondando i movimenti dell’avversario.
Il principio di quest’arte marziale infatti,
insegna ad arrendersi ad una forza che ci assale,
ma in modo da impedire che ci colpisca …
(…..) così colui che sa dominare la vita non si oppone mai alle cose,
non cerca di mutarle affermando se stesso in contrapposizione ad esse,
si arrende alla loro forza quando lo assalgono in pieno
e le spinge fuori dalla linea retta senza mai affrontarle di petto.
Così facendo le tratta in modo positivo, le cambia accettandole.(…)

 (Alan  W. Watts, Lo Zen, Bonpiani, Milano 1997, Pag. 34/35)
  
In cinese, il fluire degli eventi senza intervenire direttamente, viene detto Wu Wei: “azione senza azione”. Arthur, mettendo in pratica questo principio nel trattamento, scoprì ed insegnò che, così come in un combattimento il guerriero può combattere senza combattere, così in un trattamento di Ortho-Bionomy® l’operatore potrà agire senza agire, ossia perfezionerà l’azione, in modo che essa avvenga anche senza una azione visibile.
 
Tutti abbiamo, nascosta in noi la memoria di un funzionamento armonioso, di un equilibrio collegato all’Armonia universale. Tutte le memorie dell’universo sono presenti nel nostro corpo. L’Ortho-Bionomy® porta l’operatore a sviluppare la sua coscienza intuitiva allo scopo di ristabilire il legame con questa conoscenza universale. Questo lavoro di espansione della coscienza è portato avanti, durante la formazione, parallelamente all’apprendimento del metodo, di modo che l’operatore, lavorando su di sé, possa prima riscoprire e poi mettere in pratica la propria capacità intuitiva nella relazione terapeutica.
 
Questo approccio implica il doversi mettersi in gioco in modo differente rispetto a quello solitamente usato nell’apprendimento di una tecnica, proprio perché non è facile entrare in ciò che ci è sconosciuto e lasciarci guidare da qualcosa che sfugge alla razionalità e alla logica.
 
Colui che accoglie e si abbandona alla scoperta di una nuova dimensione, di una modalità diversa di ascolto e di interazione con il processo che avviene durante il trattamento, accetta di allontanarsi sempre più dalla personalità che calcola, interpreta, giudica e interferisce a favore di una presenza costante che permette una comprensione molto più profonda di quella data dal pensiero razionale, comprensione che permette al processo stesso di riportare in equilibrio ciò che non lo è più. Per fare questo è necessario allenarsi alla presenza e comprendere che, come diceva ancora Arthur:
 
“Ieri è storia, domani è mistero, oggi è dono…ecco perché viene chiamato presente
ed è qui, nella presenza del momento, l’unico attimo realmente esistente, che tutto può avvenire.

Arthur diceva:

dobbiamo imparare a volare nel nostro spazio interiore,
senza conoscere il terreno dove atterrare.
Questo è il vero coraggio”.
 
Il modo più semplice per imparare questa disciplina è quello, quindi, di immergersi pian piano in questo diverso modo di percepire, di ESSERE il trattamento e di lasciare che tutto avvenga …come ogni cosa però, ci vuole il giusto tempo per integrare le informazioni che vengono insegnate, ed è per questo che, come è stato per Arthur, così anche per chi si approccia a questa formazione è necessario attraversare e lasciarsi attraversare dalle varie fasi di Ortho-Bionomy®. Non basta capire su un piano razionale le fasi, ma come amo dire, le fasi “vanno abitate”: dobbiamo ESSERE quelle fasi per poterle permettere dentro e fuori di noi. In questo sta il lavoro di ogni studente che si approccia alla formazione. Conoscere, riconoscere e sperimentare un’espansione della percezione che consenta di vivere le fasi, ognuno con il proprio tempo di crescita e sviluppo della comprensione.
 
Per facilitare tale processo e per rendere attuabile ciò che Arthur diceva:

l’Ortho-Bionomy® non vi insegna nulla,
il metodo vi aiuta a riscoprire ciò che avete dimenticato

la formazione si sviluppa lungo un percorso di tre anni.
Triennio formativo
Primo anno

(Fase 4)

Mi approccio al piano fisico.

Acquisisco la capacità di entrare in contatto con un altro essere attraverso il suo corpo, imparo a riconoscere le tensioni responsabili degli squilibri della struttura muscolo-scheletrica, ad utilizzare posizioni antalgiche e leggere compressioni che provocano nel corpo, un riflesso auto correttivo.

Inizia la comprensione di come lasciare che il trattamento avvenga anziché cercare di dirigerlo con l’intenzione.

Imparo come può avvenire un trattamento mediante le “manovre” di Ortho-Bionomy® e inizio a percepire le risposte riflesse del corpo.
Secondo anno

(Fase 5)

Mi mmergo nella capacità di ascolto energetico. Scopro i movimenti e gli schemi energetici che animano i vari tessuti, le articolazioni e i visceri, per poter permettere un ritorno ad un nuovo equilibrio.

Comprendo come cercare la neutralità nel contatto energetico per distinguere chiaramente ciò che mi appartiene e ciò che invece sto ricevendo, come informazione dall’altro.

Mi alleno a non voler dirigere il trattamento, ma ad accogliere ciò che si evidenzia sotto le mani senza giudizio né interpretazione. Imparo così a rilasciare le mie tensioni interiori, le mie resistenze e la mia volontà di essere protagonista.

È questo che rende Ortho-Bionomy® una disciplina: ciò che apprendo per il trattamento, lo apprendo per la mia vita quotidiana e il lavoro diventa un lavoro su di sé.
Terzo anno

(Fase 6)

Ci porta a sperimentare, percepire e ad allenare una sensibilità adatta a riconoscere gli stessi schemi disfunzionali del piano fisico, ma su un piano meno palpabile : il corpo aurico.

Imparo ad andare oltre il limite imposto dal corpo fisico per incontrare un elemento invisibile che reagisce fuori dall’aspetto cosciente del cliente, che ha le sue proprie informazioni e atmosfere emozionali e traumatiche memorizzate nel suo “interno” e, come riportare equilibrio.

Durante il terzo anno avrò modo di sperimentare e conoscere il lavoro sulle ossa del cranio e sull’esplorazione delle memorie post-traumatiche così da avere gli strumenti necessari per affrontare quelle situazioni che, anche se accadute in un lontano passato, possono ancora influire sullo stato di salute fisico ed emotivo della persona.

Ogni anno formativo (tre in tutto con 6 fine settimana all’anno da ottobre a giugno circa) si conclude con un residenziale di 6 giorni che ha lo scopo di farmi esperire Ortho-Bionomy® nella sua interezza, non solo consolidando quello che è stato svolto durante l’anno, ma permettendomi anche di cogliere e sperimentare l’insieme delle varie fasi e incarnare l’arte.
 

Al termine dei tre anni formativi, durante il residenziale finale, si svolgono le prove d’esame che permettono all’allievo, una volta superate, di ricevere il diploma OBEAT valido su tutto il territorio europeo e il diploma CSEN con possibilità di essere inseriti nell’elenco nazionale CSEN degli operatori Ortho-Bionomy®.

I docenti
fabio sarti
Fabio Sarti
Docente nazionale esperto csen di Ortho-Bionomy e docente yoga, docente di massaggio ayurvedico ed energetica
Cinzia Roggero
Cinzia Roggero
Insegnante avanzata di Ortho-Bionomy
Claudia Cagnati
Claudia Cagnati
Infermiera, naturopata, orthobionomista ed organizzatrice
Informazioni e costi
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